Il 43enne ha iniziato a girare lo Stivale macinando chilometri. In tanti lo seguono su social. «Un modo per lanciare un segnale ecologico. Poi sono juventino, vorrei terminare il viaggio entrare col monopattino allo Stadium»
«Adesso sono in un resort a Tarquinia. Il motorino mi ha appena abbandonato». Stefano Giusto, 43 anni, nella vita agente di Polizia locale a Venezia, sorride al telefono mentre è alle prese con l'ennesimo intoppo di un nuovo viaggio. Questo destino però l'ha scelto consapevolmente: per la quarta volta di fila ha imbracciato il suo monopattino elettrico e ha stilato un percorso. Grazie all'aiuto di un'app specifica è partito da Roma con l'obiettivo di chiudere il suo viaggio a Torino. Tutto su due ruote. Tutto elettrico. Tutto sostenibile.
«In giornata arriverò a Orbetello sono partito dalla Capitale e ho trovato tanto sterrato», racconta. Ha percorso la Via Francigena, provando a tenersi in equilibrio tra salite e lo zaino, sempre più pesante. «Nulla per cui non mi ero preparato - ammette -, negli anni sono partito da Tarvisio e sono arrivato ad Ancona. Ho raggiunto Santa Maria di Leuca, sono passato da Taranto. Ora da Roma a Torino. Sono anche juventino, mi piacerebbe entrare allo Stadium con il monopattino. Per dare un segnale». Monopattino che attende intanto di essere sostituito: «Dopo tremila chilometri va in pensione, non ha retto l'urto».
L'idea di prendere, partire e di farlo sulle due ruote è arrivata durante il lockdown del 2020: Stefano, non potendo andare all'estero, ha scelto di assecondare il guizzo di un momento. Ché in due settimane di ferie c'è il tempo per una follia: «Era anche un modo per uscire, evitando contatti costanti, in maniera economica ed ecologica. Ho iniziato allora a raccontarlo sui social, sulla mia pagina Instagram @stefano.giusto10. Ogni tanto ricevo qualche offesa virtuale, ma dal vivo solo incoraggiamenti e bocche aperte».
Le stesse che attende a Torino, dov'è atteso per la tappa finale di un tour unico nel suo genere. «Ho scelto questa città perché c'è il primo e unico Club italiano di monopattini - conclude -, mi hanno invitato a raccontare la mia storia, contenuta in un libro. Fare scelte ecologiche si può, si deve. Anche attraverso semplici e innocue provocazioni».